giovedì 3 settembre 2015

Giulia che visse due volte - parte 15

Una scritta in corsivo sulla testata
il mitico bialbero alfa romeo nel cofano della giulia
Tornammo all’officina dopo un’altra ventina di giorni. Enzo aveva già revisionato tutto il motore e riverniciato i pezzi uno ad uno, motore il quale infatti ri-troneggiava al centro del cofano, ed era stato meticolosamente ripulito anche il serbatoio benzina (*) , così che Claudio poté addirittura farci sentire una messa in moto. Guardare dentro quel cofano, pulito e perfetto, era già uno stupore.
Molti problemi aveva dato il motorino d’avviamento, cento pezzi tutti arrugginiti e come “raggrumati”, ma alla fine (per ora) Claudio l’aveva avuta vinta. Giulia partiva al primo giro di chiavetta, e già rombava rombava, anche se Claudio non sembrava ancora del tutto soddisfatto (Claudio ed Enzo sono incontentabili, e la carburazione delle Alfa la vogliono perfetta, costi quel che costi in termini di tempo e fatica…), del resto Claudio conosce bene me, ma ormai anch’io conosco bene lui.
Indubbiamente alcuni pezzi dovevano essere ricavati da altre Giulie, non esistevano alternative, per esempio il devioluci, la palpebra del cruscotto, le parabole dei fari… Qui e là in giro per il Paese si incontrano alcune vetture da “cannibalizzare”, non di rado al Sud (“Ruoteclassiche” qualche tempo fa ha ipoteticamente “censito” ancora marcianti in Italia solo un migliaio di Giulie), c’è poi un notevole mercato via internet, e poi c’è “Afra”, la famosa azienda specializzata di Settimo Milanese, dove si trova davvero tutto, originali e repliche.
Mi chiesero infine di dar loro una mano, portando io tutta la selleria all’artigiano, un anziano tappezziere, di cui tuttavia ignoravo l’esistenza. Me la caricai dunque in macchina e la consegnai all’artigiano, il quale inizialmente mi sparò un preventivo di 1.500 euro. Gli dissi apertamente che non potevo permettermi una simile cifra (da poltrone Frau?), e gli feci intuire che avrebbe dovuto scendere più o meno di un terzo, altrimenti tutta l’operazione economicamente “sballava”. Debbo purtroppo precisare che non sono rimasto troppo contento circa l’operato di questo artigiano, che prima ha impiegato mesi per ottenere (da Torino) una stoffa abbastanza simile all’originale, e poi, dopo aver sollevato cento difficoltà, ora sui sedili troppo malconci, ora sui poggiatesta, ora sulle manopole e i meccanismi di scorrimento (tanto da indurre Claudio, esasperato, a procurarsi di persona in Veneto dei begli interni di un’Alfa 2000 berlina), concluse il lavoro in modo un po’ frettoloso e non perfetto. In seguito, fu l’arte diplomatica di Enzo ad attenuare gli spigoli e le pretese economiche del tappezziere, il quale scese infine a più modiche pretese e “regalò” a Giulia i rifacimenti della cuffia cambio e della “lingua” nera che copre l’innesto del freno a mano nel tunnel...
Intanto, all’Officina, alcuni lavori proseguivano, era stato irrorato d’antirombo il fondo vettura, era stato poi definitivamente sostituito il motorino d’avviamento…, ma ovviamente i ritardi del tappezziere rischiavano di bloccarne altri, preludio del passaggio finale in carrozzeria per un paio di ritocchi e una lucidatura conclusiva...
Più il tempo passava (già la primavera iniziava a scaldare le giornate) più Luisa ed io, felici, traguardavamo la fine del restauro. Giulia nelle mani di Claudio ed Enzo sembrava un puzzle, smontato e rimontato, controllato e ricontrollato, se la minima cosa non andava…, via si rismontava e poi si rimontava, con un’ostinazione che poi è segno di grande coscienza professionale. Devo dire peraltro che già da inizio febbraio qualcuno avrebbe potuto gridare al miracolo, la carrozzeria presentava solo due minuscoli segni di ruggine oltretutto preesistenti all’alluvione, il motore dentro il cofano appariva come nuovo di zecca, pulito, lucente, col leggendario corsivo “Alfa Romeo” in bella vista sulla testata (che alcuni dipingono di rosso), l’auto pareva quasi sul punto di rientrare in pista.
(*) nel 2013 Claudio ed Enzo avevano già posizionato un filtro nei condotti dell’alimentazione, affinché nessuna impurità pescata dal serbatoio finisca nel motore



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