L'Officina "Beta"
Conobbi
Claudio Sabetta nella sua officina di via Robino a fine anni '90, perché mia sorella e mio
cognato all’epoca abitavano lì accanto, e gli affidavano periodicamente la
manutenzione di una Fiat 500. Claudio e il suo staff infatti sono anche
specialisti di auto d’epoca. Le loro grandi capacità, e la rete di fornitori
dove reperiscono pezzi di ricambio eccetera, ne fanno un gruppo di lavoro di
straordinaria efficienza (l'officina non è ampia, può lavorare 3-4 vetture per volta, ma il viavai è non a caso intensissimo).
Claudio
scherzosamente si definisce “l’unico ladro fra gli sbirri”, perché il padre e
la madre, ieri, e i fratelli, oggi, appartengono tutti alle forze dell’ordine.
Il padre, guarda caso, conduceva le Giulie dei Carabinieri, le famose pantere “Super”
(motore di 1570 cc), protagoniste di tanti inseguimenti…
Dalla
fine degli anni ’90, perciò, l’Officina “Beta” è la soluzione ai (pochi)
problemi di Giulia. A loro la affido anche per le revisioni biennali, che
Giulia – malgrado la venerabile età - supera sempre a passo di carica.
Claudio
è una persona estremamente positiva e dinamica. Trasmette vitalità, trasmette
energia di segno +, sa guardare sempre avanti, gli piace risolvere, aggiustare,
riparare, superare le difficoltà, gettare il cuore oltre gli ostacoli. Qualche
anno fa, nonostante la giovane età, ha affrontato all’improvviso un grave
problema di salute, che lo ha reso, se possibile, ancor più proiettato in
avanti, e più capace di attribuire alle cose il loro giusto peso (attribuendone
poco o niente a quelle che non ne meritano). Quando smette la tuta da meccanico
veste i panni del padre di famiglia, e una prole ancora giovanissima gli
“riempie” il weekend di impegni inderogabili! La donna che oggi dà pienezza
ai suoi giorni lo vuole coinvolgere anche in un corso di cucina, idea secondo
me quanto mai azzeccata, le mani di Claudio infatti sono risorse, ora possono
essere precisione, ora creatività, ora risolutezza. Lo vedrei davvero bene ad
affettare una julienne di verdure o pestare un bel marò di fave al mortaio, in quel caso potrei fargli io da insegnante…
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