martedì 21 luglio 2015

Giulia che visse due volte - Parte 7

Un'antica fedeltà
Un poco di luce dentro un buio abitacolo fangoso
Amo Giulia perché mi riporta a mio padre (alfista per tutta la vita, ne possedette una, 1300, targata SV 86589), perché la trovo avvenente come linea (l’abbia o meno disegnata il vento…), splendidamente rétro nel volante e nella plancia di mogano, e sbalorditiva nelle prestazioni (motore, freni, tenuta). La amo perché il rombo del suo bialbero camme in testa è un canto, perché non tradisce mai, perché trionfava perfino nelle corse, è il simbolo di un’Italia migliore, che anticipava di decenni la concorrenza (la Giulia TI è del 1962!), ed è un frammento della mia adolescenza, gli anni ’60 e ’70, mille ricordi, mille spensieratezze, la mia famiglia al completo…
Penso però di poter affermare che poche auto siano rimaste tanto impresse nell’immaginario collettivo quanto Giulia. Giulia è un mito non perché dominava i film poliziotteschi, dove fu trionfatrice in decine e decine di inseguimenti, ma perché la sua qualità costruttiva non aveva eguali, il motore (1290 cc per 89 cavalli), i freni a disco servoassistiti, il cambio, e tutto il resto. Cercate un difetto? Forse uno solo: il comando dei tergicristalli sul tunnel centrale, scomodo, forse già allora un po’ anacronistico. E basta.
Su Giulia possiedo tanta documentazione (dal libretto d’uso sino a vari entusiastici volumi persino in lingua inglese), e sono socio del Registro Italiano Giulia, meritorio sodalizio che organizza raduni e iniziative di cultura motoristica.
Ovunque di Giulia non si parla che magnificamente, e persino alcune pubblicità e film recenti l’hanno ri-celebrata, a puro titolo d’esempio una pubblicità di COOP Suisse (dov'è condotta da un arzillo vecchietto), e il divertente film “Noi e la Giulia” di Edoardo Leo, con ricco e ottimo cast.
Controllate poi su youtube i video che la riguardano, sono centinaia, perché centinaia sono gli innamorati di Giulia in tutto il mondo, dalla Germania agli Stati Uniti a Israele…
Fra questi innamorati, tra l’altro, c’è da 18 anni anche Luisa. Infatti, il 27 dicembre 1997 mi fidanzai con la luminosa ragazza che poi sarebbe diventata mia moglie. Luisa. Inutile dire che quando presentai Giulia a Luisa…, si piacquero subito. Inutile dire che il 16 aprile 2000 ci sposammo e il viaggio verso il ristorante di Savignone lo effettuammo in Giulia.
Quando Giulia finì alluvionata, mia moglie – cuore immenso, Cuore con la c maiuscola - non prese neanche un attimo in considerazione l’ipotesi di demolirla. Non ne volle mai sapere, non ne volle mai neanche sentir parlare, la sola idea la faceva infuriare. “Giulia ritornerà con noi”, disse costantemente, per 42 giorni (e Luisa, quando ci si mette, sa esser molto cocciuta, vi prego di credermi).

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