Un'antica fedeltà
Un poco di luce dentro un buio abitacolo fangoso |
Amo
Giulia perché mi riporta a mio padre (alfista per tutta la vita, ne possedette
una, 1300, targata SV 86589), perché la trovo avvenente come linea (l’abbia o
meno disegnata il vento…), splendidamente rétro nel volante e nella plancia di
mogano, e sbalorditiva nelle prestazioni (motore, freni, tenuta). La amo perché
il rombo del suo bialbero camme in testa è un canto, perché non tradisce mai,
perché trionfava perfino nelle corse, è il simbolo di un’Italia migliore, che
anticipava di decenni la concorrenza (la Giulia TI è del 1962!), ed è un
frammento della mia adolescenza, gli anni ’60 e ’70, mille ricordi, mille
spensieratezze, la mia famiglia al completo…
Penso
però di poter affermare che poche auto siano rimaste tanto impresse
nell’immaginario collettivo quanto Giulia. Giulia è un mito non perché dominava
i film poliziotteschi, dove fu trionfatrice in decine e decine di inseguimenti,
ma perché la sua qualità costruttiva non aveva eguali, il motore (1290 cc per
89 cavalli), i freni a disco servoassistiti, il cambio, e tutto il resto.
Cercate un difetto? Forse uno solo: il comando dei tergicristalli sul tunnel
centrale, scomodo, forse già allora un po’ anacronistico. E basta.
Su
Giulia possiedo tanta documentazione (dal libretto d’uso sino a vari
entusiastici volumi persino in lingua inglese), e sono socio del Registro
Italiano Giulia, meritorio sodalizio che organizza raduni e iniziative di
cultura motoristica.
Ovunque
di Giulia non si parla che magnificamente, e persino alcune pubblicità e film
recenti l’hanno ri-celebrata, a puro titolo d’esempio una pubblicità di COOP
Suisse (dov'è condotta da un arzillo vecchietto), e il divertente film “Noi e la Giulia” di Edoardo Leo, con ricco e
ottimo cast.
Controllate
poi su youtube i video che la riguardano, sono centinaia, perché centinaia sono
gli innamorati di Giulia in tutto il mondo, dalla Germania agli Stati Uniti a
Israele…
Fra
questi innamorati, tra l’altro, c’è da 18 anni anche Luisa. Infatti, il 27
dicembre 1997 mi
fidanzai con la luminosa ragazza che poi sarebbe diventata mia moglie. Luisa.
Inutile dire che quando presentai Giulia a Luisa…, si piacquero subito. Inutile
dire che il 16 aprile 2000 ci sposammo e il viaggio verso il ristorante di
Savignone lo effettuammo in Giulia.
Quando
Giulia finì alluvionata, mia moglie – cuore immenso, Cuore con la c maiuscola -
non prese neanche un attimo in considerazione l’ipotesi di demolirla. Non ne
volle mai sapere, non ne volle mai neanche sentir parlare, la sola idea la
faceva infuriare. “Giulia ritornerà con noi”, disse costantemente, per 42
giorni (e Luisa, quando ci si mette, sa esser molto cocciuta, vi prego di
credermi).
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