giovedì 16 luglio 2015

Giulia che visse due volte - parte 4

L'amicizia
Claudio, Enzo e Giulia risalgono dal buio
Due giorni dopo Claudio ed Enzo scesero in scooter da via Robino per sincerarsi “dal vivo” di quel bello spettacolo… Si avviarono a piedi con un’impiegata di Corte Lambruschini. Io, senza stivali adatti, li accompagnai giù solo per un tratto. La luce fioca era quella dei gironi danteschi, ovunque fango, detriti e puzza, ogni tanto un muletto al lavoro o il tonfo rumoroso di qualcosa, poi un giovane operaio il quale, saputo che ero il proprietario della Giulia, esclamò “Noooo! Peccato! Era bellissima! Sa, io sono un alfista…” Non so che sguardo, tra il disperato e il furioso, gli lanciai, ma dentro il cuore mi dicevo “Se c’è solo un grammo di possibilità io ci provo. Con Luisa e i pazzi della “Beta” io ci provo… Badate che non mi garba arrendermi…”
Quando tornarono su (in verità il viso di Enzo era il ritratto della pena) mi ribadirono che bisognava tirarla fuori il prima possibile, ma Claudio aggiunse anche “La rifacciamo più nuova di prima!”
Claudio ed Enzo sono così, sono persone che ci mettono il cuore, per questo ci piacciamo. Con Giulia, poi, hanno entrambi un rapporto particolare, più avanti vi spiegherò perché.
Allora scese in campo Luisa, che quando si tratta di stressare non necessita di insegnamento alcuno: Luisa iniziò a telefonare agli uffici ogni giorno, chiedendo: “Possiamo scendere col jeeppone a tirarla fuori?” Oppure chiedendo: “Quando possiamo finalmente scendere col jeeppone e tirarla fuori?” Oppure ancora: “Ora possiamo scendere col jeeppone e tirarla fuori?” E infine, come se quella frase gliel’avesse suggerita un avvocato: “Come mai non è ancora possibile scendere col jeeppone e tirarla fuori?”
42 giorni dopo l’alluvione, il 21 novembre 2014, intorno alle ore 10.00, firmai una manleva negli uffici e con Luisa mi sistemai davanti all’ingresso di Corte Lambruschini, finché vedemmo arrivare Luca, l’uomo del carro attrezzi, il suo nome suona simile alla parola “luce”, e Luca è un marcantonio col sorriso simpatico e la sigaretta perenne, uno che (ormai lo conosco) ti carica la Giulia sul carro e te la consegna dove vuoi e come vuoi… Uno che attende in superficie, per riportare le Giulie alla luce.
Pochi minuti dopo, infatti, un jeeppone LandCruiser turbo con Claudio al volante riemergeva dagli abissi. Trainava una Giulia blu, violentata e offesa ma non per questo meno bella o meno vittoriosa. Al volante, Enzo (e chi meglio di lui?). Quando dalla salita riapparvero lo scudetto Alfa e i 4 fari del frontale, qualcosa mi scoppiò nel cuore, avrei voluto abbracciare tutte quelle persone che si stavano affannando per Luisa e per me. Che quel mattino avevano chiuso l’officina pur di cominciare il salvataggio di Giulia… E lo facevano anzitutto per amicizia, per sfida contro la bruttezza del buio e del fango, contro l’iniquità della vita, e per qualche valore spirituale che non si può più di tanto raccontare, ma è la sola cosa che dà un significato alle esistenze.

Nessun commento:

Posta un commento