L'amicizia
Claudio, Enzo e Giulia risalgono dal buio |
Due
giorni dopo Claudio ed Enzo scesero in scooter da via Robino per sincerarsi
“dal vivo” di quel bello spettacolo… Si avviarono a piedi con un’impiegata di
Corte Lambruschini. Io, senza stivali adatti, li accompagnai giù solo per un
tratto. La luce fioca era quella dei gironi danteschi, ovunque fango, detriti e
puzza, ogni tanto un muletto al lavoro o il tonfo rumoroso di qualcosa, poi un
giovane operaio il quale, saputo che ero il proprietario della Giulia, esclamò
“Noooo! Peccato! Era bellissima! Sa, io sono un alfista…” Non so che sguardo, tra
il disperato e il furioso, gli lanciai, ma dentro il cuore mi dicevo “Se c’è
solo un grammo di possibilità io ci provo. Con Luisa e i pazzi della “Beta” io
ci provo… Badate che non mi garba arrendermi…”
Quando
tornarono su (in verità il viso di Enzo era il ritratto della pena) mi
ribadirono che bisognava tirarla fuori il prima possibile, ma Claudio aggiunse
anche “La rifacciamo più nuova di prima!”
Claudio
ed Enzo sono così, sono persone che ci mettono il cuore, per questo ci
piacciamo. Con Giulia, poi, hanno entrambi un rapporto particolare, più avanti
vi spiegherò perché.
Allora
scese in campo Luisa, che quando si tratta di stressare non necessita di
insegnamento alcuno: Luisa iniziò a telefonare agli uffici ogni giorno,
chiedendo: “Possiamo scendere col jeeppone a tirarla fuori?” Oppure chiedendo:
“Quando possiamo finalmente scendere col jeeppone e tirarla fuori?” Oppure
ancora: “Ora possiamo scendere col jeeppone e tirarla fuori?” E infine, come se
quella frase gliel’avesse suggerita un avvocato: “Come mai non è ancora
possibile scendere col jeeppone e tirarla fuori?”
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giorni dopo l’alluvione, il 21 novembre 2014, intorno alle ore 10.00, firmai
una manleva negli uffici e con Luisa mi sistemai davanti all’ingresso di Corte
Lambruschini, finché vedemmo arrivare Luca, l’uomo del carro attrezzi, il suo
nome suona simile alla parola “luce”, e Luca è un marcantonio col sorriso
simpatico e la sigaretta perenne, uno che (ormai lo conosco) ti carica la
Giulia sul carro e te la consegna dove vuoi e come vuoi… Uno che attende in
superficie, per riportare le Giulie alla luce.
Pochi
minuti dopo, infatti, un jeeppone LandCruiser turbo con Claudio al volante
riemergeva dagli abissi. Trainava una Giulia blu, violentata e offesa ma non
per questo meno bella o meno vittoriosa. Al volante, Enzo (e chi meglio di
lui?). Quando dalla salita riapparvero lo scudetto Alfa e i 4 fari del frontale,
qualcosa mi scoppiò nel cuore, avrei voluto abbracciare tutte quelle persone
che si stavano affannando per Luisa e per me. Che quel mattino avevano chiuso
l’officina pur di cominciare il salvataggio di Giulia… E lo facevano anzitutto per
amicizia, per sfida contro la bruttezza del buio e del fango, contro l’iniquità
della vita, e per qualche valore spirituale che non si può più di tanto
raccontare, ma è la sola cosa che dà un significato alle esistenze.
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